Marinella Lodi

Marinella Lodi
Note biografiche
Marinella Lodi

Marinella Lodi

Della vita di Marinella Lodi si hanno poche informazioni biografiche.

Nata a Roma il 27 settembre del 1900 fu l’ultima dei quattro figli di Olga Ossani e Luigi Lodi.

Unica figlia femmina, attesa e amatissima, venne chiamata Marinella proprio dalla località balneare in cui i Lodi trascorrevano lunghi periodi estivi e ove ospitavano intellettuali, scrittori, giornalisti.

Ebbe a 16 anni una figlia a cui diede il nome di Mirella.

Fu attiva nel mondo del giornalismo e della cultura e autrice di due romanzi pubblicati da Mondadori “Terra d’ Approdo” e “L’ Amore è inutile”.

Morì prematuramente, sembra, in seguito ad un incidente provocato dalla colonna dei camion dei soldati americani nel giugno del 1944.

Note biografiche
Marinella Lodi

Marinella Lodi

Della vita di Marinella Lodi si hanno poche informazioni biografiche.

Nata a Roma il 27 settembre del 1900 fu l’ultima dei quattro figli di Olga Ossani e Luigi Lodi.

Unica figlia femmina, attesa e amatissima, venne chiamata Marinella proprio dalla località balneare in cui i Lodi trascorrevano lunghi periodi estivi e ove ospitavano intellettuali, scrittori, giornalisti.

Ebbe a 16 anni una figlia a cui diede il nome di Mirella.

Fu attiva nel mondo del giornalismo e della cultura e autrice di due romanzi pubblicati da Mondadori “Terra d’ Approdo” e “L’ Amore è inutile”.

Morì prematuramente, sembra, in seguito ad un incidente provocato dalla colonna dei camion dei soldati americani nel giugno del 1944.

A Santa Marinella
Lettere a Olga Ossani

Lettere a Olga Ossani

Nel volume di Cordova “Caro Olgogigi” è possibile rintracciare alcune informazioni sulla vita di Marinella Lodi.

Le molte lettere degli amici a Olga Ossani e Luigi Lodi si concludono spessissimo con un saluto affettuoso a Marinella e sono ricche di riferimenti ai periodi trascorsi nella cittadina di mare quando, ospiti dei Lodi, avevano modo di frequentare la famiglia.

In particolare, Eleonora Duse ricorda sempre con affetto Marinella e, in occasione della prossima apertura della Casa delle Attrici, si augura che il nome adatto lo trovi proprio Marinella “Cara Olga / Ho tardato scriverti, perché volevo venir di persona pregarti d’essere con me, il 27. – non posso – / casco dalla fatica, perché viaggio, ritorno da Firenze, e trasloco, mi hai […] ogni resistenza – / – ma non conta! / Col core tuo mi sento – e il buon augurio tu lo porterai accompagnando, con te, la tua Marinella alla piccola casa… / (– come chiamarla? Il nome lo troverà Marinella tua) – ti bacio di cuore – tua Eleonora”. (1)

Sibilla Aleramo

Sibilla Aleramo

Una toccante testimonianza viene da una lettera dal fronte nel 1915 dal poeta e scrittore Marino Moretti “Le vostre parole e le parole di Marinella (all’epoca la giovane aveva 15 anni ndr) mi fanno tanto bene: non potete credere con quanta commozione io pensi a voi, alla vostra casa, al vostro giardino, ai vostri bambini, a Foffo e Carlo, soldati animosi e valorosi […] Dite a Marinella che le sue lettere mi fanno tanto bene a voi un bacio dal vostro ospedale di guerra n. 52 Arta- Carnia.” (2)

 Sibilla Aleramo

Anche Sibilla Aleramo frequentò la casa di Santa Marinella e fu molto amica di Marinella Lodi. Durante la sua relazione con Franco Matacotta che nel 1947 insegnò a Civitavecchia così scriveva nel suo Diario di una donna “Vorremmo fare una corsa a Santa Marinella per vedere la casa che Mirella (figlia di Marinella) ha messo a mia disposizione, se ci fosse posto anche per lui forse Franco (Matacotta) mi raggiungerebbe cosà non appena liberato dagli impegni scolastici”. (3)

 


(1) «Forse tu sola hai compreso» Lettere di Eleonora Duse a Emma Lodomez Garzes a cura di Marianna Zannoni
(2) Ferdinando Cordova Caro Olgogigi Angeli pag. 471
(3) Sibilla Aleramo Diario di una donna Feltrinelli pag. 106

A Santa Marinella
Lettere a Olga Ossani

Lettere a Olga Ossani

Nel volume di Cordova “Caro Olgogigi” è possibile rintracciare alcune informazioni sulla vita di Marinella Lodi.

Le molte lettere degli amici a Olga Ossani e Luigi Lodi si concludono spessissimo con un saluto affettuoso a Marinella e sono ricche di riferimenti ai periodi trascorsi nella cittadina di mare quando, ospiti dei Lodi, avevano modo di frequentare la famiglia.

In particolare, Eleonora Duse ricorda sempre con affetto Marinella e, in occasione della prossima apertura della Casa delle Attrici, si augura che il nome adatto lo trovi proprio Marinella “Cara Olga / Ho tardato scriverti, perché volevo venir di persona pregarti d’essere con me, il 27. – non posso – / casco dalla fatica, perché viaggio, ritorno da Firenze, e trasloco, mi hai […] ogni resistenza – / – ma non conta! / Col core tuo mi sento – e il buon augurio tu lo porterai accompagnando, con te, la tua Marinella alla piccola casa… / (– come chiamarla? Il nome lo troverà Marinella tua) – ti bacio di cuore – tua Eleonora”. (1)

Sibilla Aleramo

Sibilla Aleramo

Una toccante testimonianza viene da una lettera dal fronte nel 1915 dal poeta e scrittore Marino Moretti “Le vostre parole e le parole di Marinella (all’epoca la giovane aveva 15 anni ndr) mi fanno tanto bene: non potete credere con quanta commozione io pensi a voi, alla vostra casa, al vostro giardino, ai vostri bambini, a Foffo e Carlo, soldati animosi e valorosi […] Dite a Marinella che le sue lettere mi fanno tanto bene a voi un bacio dal vostro ospedale di guerra n. 52 Arta- Carnia.” (2)

Sibilla Aleramo

Anche Sibilla Aleramo frequentò la casa di Santa Marinella e fu molto amica di Marinella Lodi. Durante la sua relazione con Franco Matacotta che nel 1947 insegnò a Civitavecchia così scriveva nel suo Diario di una donna “Vorremmo fare una corsa a Santa Marinella per vedere la casa che Mirella (figlia di Marinella) ha messo a mia disposizione, se ci fosse posto anche per lui forse Franco (Matacotta) mi raggiungerebbe cosà non appena liberato dagli impegni scolastici”. (3)

 


(1) «Forse tu sola hai compreso» Lettere di Eleonora Duse a Emma Lodomez Garzes a cura di Marianna Zannoni
(2) Ferdinando Cordova Caro Olgogigi Angeli pag. 471
(3) Sibilla Aleramo Diario di una donna Feltrinelli pag. 106

La scrittrice

Cresciuta quindi in un ambiente di intellettuali e scrittori, Marinella Lodi si dedicò alla attività giornalistica. Collaborò, verso la fine degli anni ’20, con diverse testate, fra cui Il Giornale d’Italia, Il Messaggero, La Tribuna.

L'amore è inutile...

“L’amore è inutile…” di Marinella Lodi

Negli stessi anni scrisse i suoi due romanzi “L’amore è inutile” nel 1925 e “Terra d’ approdo” nel 1929. Il primo romanzo venne accolto da molte critiche positive: scrive di lei Barzini in Corriere d’America “Ebbene, leggendo L’ amore è inutile si sente nello stile originale e robusto la figlia d’arte” e D’Angeli ne Il Giornale d’Italia “Il romanzo di Marinella Lodi è bello e buono e degno di un nobilissimo spirito femminile” e ancora “Un romanzo dotato di pregi di pensiero e di originalità” Orano in Popolo d’Italia. (2) Enciclopedia biografica e bibliografica italiana: poetesse e scrittrici, (Roma, 1941), vol. 1, p. 342.

Racconta la figlia Mirella in una lunga intervista rilasciata alla professoressa Ileana Giacomelli che curò una riedizione di Terra d’Approdo nel 2004: […] il romanzo fu presentato alla Mostra del libro dei Mercati Traianei in Roma. Mussolini si recò a visitare l’esposizione e si soffermò ad osservare lo stand della mamma: “Ah Marinella Lodi” – la fulminò con lo sguardo – scrive bene! L’amore inutile, ne è proprio convinta?” e mia madre imperturbabile “finora sì Eccellenza”. (4)

 

 


(4) Enciclopedia biografica e bibliografica italiana: poetesse e scrittrici, (Roma, 1941), vol. 1, p. 342.

La scrittrice

Cresciuta quindi in un ambiente di intellettuali e scrittori, Marinella Lodi si dedicò alla attività giornalistica. Collaborò, verso la fine degli anni ’20, con diverse testate, fra cui Il Giornale d’Italia, Il Messaggero, La Tribuna.

L'amore è inutile...

“L’amore è inutile…” di Marinella Lodi

Negli stessi anni scrisse i suoi due romanzi “L’amore è inutile” nel 1925 e “Terra d’ approdo” nel 1929. Il primo romanzo venne accolto da molte critiche positive: scrive di lei Barzini in Corriere d’America “Ebbene, leggendo L’ amore è inutile si sente nello stile originale e robusto la figlia d’arte” e D’Angeli ne Il Giornale d’Italia “Il romanzo di Marinella Lodi è bello e buono e degno di un nobilissimo spirito femminile” e ancora “Un romanzo dotato di pregi di pensiero e di originalità” Orano in Popolo d’Italia. (2) Enciclopedia biografica e bibliografica italiana: poetesse e scrittrici, (Roma, 1941), vol. 1, p. 342.

Racconta la figlia Mirella in una lunga intervista rilasciata alla professoressa Ileana Giacomelli che curò una riedizione di Terra d’Approdo nel 2004: […] il romanzo fu presentato alla Mostra del libro dei Mercati Traianei in Roma. Mussolini si recò a visitare l’esposizione e si soffermò ad osservare lo stand della mamma: “Ah Marinella Lodi” – la fulminò con lo sguardo – scrive bene! L’amore inutile, ne è proprio convinta?” e mia madre imperturbabile “finora sì Eccellenza”. (4)

 

 


(4) Enciclopedia biografica e bibliografica italiana: poetesse e scrittrici, (Roma, 1941), vol. 1, p. 342.

Terra d’approdo: l’altra Santa Marinella
Terra d'approdo

“Terra d’approdo” di Marinella Lodi

La ridente cittadina balneare frequentata da scrittori giornalisti e intellettuali del mondo romano ha però un altro volto, quello degli abitanti residenti, un popolo di pescatori, di pastori e contadini in lotta per la sopravvivenza.

E’ questo l’ambiente di Terra d’approdo e della sua protagonista Argentina. Racconta sempre la figlia Mirella: “La mamma e la nonna erano incantate da lei e amavano anche il suo nome, insolito e letterario […] era la figlia di un vecchio oste, che era arrivato dalla toscana nel paese, sorto da poco e abitato da pochi immigrati attratti dalla possibilità di lavorare in quella landa deserta”. (5)

Argentina fu sposata, appena ventenne ad un uomo rozzo e volgare che la contagiò di una malattia venerea che la portò rapidamente alla morte, subito dopo aver dato alla luce una bambina. Prima di morire dovette però subire un’ulteriore violenza. Per giustificare un omicidio commesso dal marito come delitto d’onore fu costretta a dichiarare di essere stata sorpresa con l’amante. “Lei non ne voleva sapere si torceva le mani e piangeva. Alla fine, i parenti l’hanno persuasa ad accettare, per il bene della bambina, perché non restasse senza padre, tanto lei doveva morire.” (6)
La vicenda indignò Marinella che volle con il suo romanzo riscattare la giovane Argentina, come aveva fatto a suo tempo sua madre con la Contessa Lara. Seguì tutto il processo che fece molto scalpore anche grazie al romanzo di Marinella Lodi che venne recensito da un giornale che si occupava di cronache giudiziarie.

La vicenda si svolge proprio vicino alla “Casetta a mare” della famiglia Lodi presso l’osteria della famiglia di Argentina vicino al fontanile. Marinella Lodi così descrive Santa Marinella e i suoi abitanti:

“Marinai, cittadini campagnoli tutti ‘fuoriusciti’ tutti scartati dal consorzio umano per le ragioni più diverse: coppie adultere, ex galeotti, colpevoli in timore di giustizia, politicanti infatuati della persecuzione, montanari cacciati al piano dalla fame e dal freddo come lupi, vagabondi tutta la gamma dei rifiutati d’una classe che, anche al suo posto, è l’ultima. Nessuno avrebbe saputo dire chi fosse arrivato per primo e perché. Gente di maremma, toscani, abruzzesi soprattutto, pochi romani, veneti perfino, esuli di tutte le sponde tirreniche, parlano ogni dialetto, sostenendo tutte le tradizioni, s’erano intesi fin da principio con un patto inespresso: la sobrietà della parola dovuta alla suggestione del silenzio circostante e alla difesa del proprio segreto.” (7)

 

 


(5) Terra d’Approdo ristampa a cura delle professoressa Giacomelli, introduzione
(6) Ivi
(7) Ivi

Terra d’approdo: l’altra Santa Marinella
Terra d'approdo

“Terra d’approdo” di Marinella Lodi

La ridente cittadina balneare frequentata da scrittori giornalisti e intellettuali del mondo romano ha però un altro volto, quello degli abitanti residenti, un popolo di pescatori, di pastori e contadini in lotta per la sopravvivenza.

E’ questo l’ambiente di Terra d’approdo e della sua protagonista Argentina. Racconta sempre la figlia Mirella: “La mamma e la nonna erano incantate da lei e amavano anche il suo nome, insolito e letterario […] era la figlia di un vecchio oste, che era arrivato dalla toscana nel paese, sorto da poco e abitato da pochi immigrati attratti dalla possibilità di lavorare in quella landa deserta”. (5)

Argentina fu sposata, appena ventenne ad un uomo rozzo e volgare che la contagiò di una malattia venerea che la portò rapidamente alla morte, subito dopo aver dato alla luce una bambina. Prima di morire dovette però subire un’ulteriore violenza. Per giustificare un omicidio commesso dal marito come delitto d’onore fu costretta a dichiarare di essere stata sorpresa con l’amante. “Lei non ne voleva sapere si torceva le mani e piangeva. Alla fine, i parenti l’hanno persuasa ad accettare, per il bene della bambina, perché non restasse senza padre, tanto lei doveva morire.” (6)
La vicenda indignò Marinella che volle con il suo romanzo riscattare la giovane Argentina, come aveva fatto a suo tempo sua madre con la Contessa Lara. Seguì tutto il processo che fece molto scalpore anche grazie al romanzo di Marinella Lodi che venne recensito da un giornale che si occupava di cronache giudiziarie.

La vicenda si svolge proprio vicino alla “Casetta a mare” della famiglia Lodi presso l’osteria della famiglia di Argentina vicino al fontanile. Marinella Lodi così descrive Santa Marinella e i suoi abitanti:

“Marinai, cittadini campagnoli tutti ‘fuoriusciti’ tutti scartati dal consorzio umano per le ragioni più diverse: coppie adultere, ex galeotti, colpevoli in timore di giustizia, politicanti infatuati della persecuzione, montanari cacciati al piano dalla fame e dal freddo come lupi, vagabondi tutta la gamma dei rifiutati d’una classe che, anche al suo posto, è l’ultima. Nessuno avrebbe saputo dire chi fosse arrivato per primo e perché. Gente di maremma, toscani, abruzzesi soprattutto, pochi romani, veneti perfino, esuli di tutte le sponde tirreniche, parlano ogni dialetto, sostenendo tutte le tradizioni, s’erano intesi fin da principio con un patto inespresso: la sobrietà della parola dovuta alla suggestione del silenzio circostante e alla difesa del proprio segreto.” (7)

 

 


(5) Terra d’Approdo ristampa a cura delle professoressa Giacomelli, introduzione
(6) Ivi
(7) Ivi

Febea